Inchiesta Santanché: rischio dimissioni
Se dovesse scattare il rinvio a giudizio per Daniela Santanché nell’ambito dell’inchiesta che riguarda le sue società, la ministra al turismo dovrebbe rassegnare le dimissioni secondo quanto richiesto dalla premier Giorgia Meloni. Calenda all’attacco: “Se non chiarisce si deve dimettere”.
Se fosse rinviata a giudizio, la ministra al turismo Daniela Santanché sarebbe costretta a rassegnare le dimissioni. Almeno stando a quanto avrebbe espresso la premier Giorgia Meloni direttamente alla stessa inistraa seguito della diffusione della notizia riguardante le indagini a suo carico. Ovvero quelle sulle sue società: Visibilia e Ki Group Spa. Sotto indagine le questioni inerenti ai fornitori non pagati, sui tfr mai percepiti e sull’uso della cassa integrazione durante il periodo della pandemia. Oltre alle accuse sulle operazioni finanziarie a danno degli azionisti di minoranza.
L’attacco di Calenda
Scatta di conseguenza la polemica politica. Ad esporsi con un breve post su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda:
Il punto non è il rinvio a giudizio. La Santanché è penalmente innocente fino a prova contraria e ultimo grado di giudizio. Il punto è chiarire quali comportamenti rilevati sono veri e quali falsi. Basta una conferenza stampa vera. Se non chiarisce si deve dimettere.
Opinione che Calenda aveva anticipato già ieri, affermando che le accuse rivolte alla ministra:
non possono essere lasciate cadere nel vuoto.
Critiche sono arrivate anche da altri esponenti dell’opposizione.