Berlusconi annuncia il “nuovo corso” di FI
Il leader di Forza Italia, dopo i momenti critici passati in ospedale, annuncia che il suo partito andrà incontro a breve ad un nuovo corso: “La storia di FI è quella di un continuo rinnovamento. Ma perché sia credibile dobbiamo prima di tutto rinnovare noi stessi”.
Dopo la grande paura, Silvio Berlusconi torna a parlare del futuro di Forza Italia. L’ex premier è stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche per alcune settimane e a “Il Corriere della Sera” ha voluto parlare del suo attuale stato di salute e del futuro del suo partito.
Trapela ottimismo dalle parole di Berlusconi e si parla addirittura di rinnovamento quando si fa menzione alla politica:
La storia di FI è quella di un continuo rinnovamento. Ma perché sia credibile dobbiamo prima di tutto rinnovare noi stessi. Continueremo a farlo, senza rottamare nessuno. FI ha una classe dirigente nazionale e locale esperta e autorevole. Ma non sono e non saranno soli, perché io continuerò a esercitare appieno le mie responsabilità di fondatore e di leader.
E ancora:
Vedo una funzione sempre più importante, perché solo noi siamo il centro liberale e cristiano. Sul piano dei consensi siamo stati penalizzati dagli effetti di una persecuzione giudiziaria nei miei confronti basata sul nulla e conclusa con una serie di assoluzioni, ma che ci ha gravemente danneggiato sul piano dell’immagine. Credo che gli italiani se ne stiano rendendo conto e che torneranno a darci una larga fiducia.
Il rapporto con gli alleati
Silvio Berlusconi ha poi parlato del rapporto che ha con gli alleati e con i centristi: in particolare con Matteo Renzi. Infatti stando a quanto detto da Berlusconi i rapporti con gli altri partiti facenti parte della maggioranza sono “assolutamente eccellenti”.
Tuttavia:
Questo non toglie, ovviamente, che FI abbia un suo ruolo specifico. Con il Pd sempre più spostato a sinistra e il tramonto del cosiddetto Terzo polo, lo spazio al centro si allarga e FI lo presidia con coerenza. Renzi dice spesso cose giuste, ma fino a quando non ne trarrà le conseguenze politiche, scegliendo la nostra metà campo, non si potrà andare al di là di occasionali convergenze in Parlamento.
Le idee, all’ex premier, appaiono molto chiare.