Tregua fiscale in scadenza a luglio: tutto in mano ai Comuni
Tregua fiscale con i contribuenti – attraverso le modalità previste dalla legge, come ad esempio la rottamazione o lo stralcio – in scadenza a luglio. Ma chi potrà decidere se scegliere la strada della tregua fiscale oppure no? La decisione finale resta in mano ai Comuni, che avranno tempo fino al 29 luglio per stabilire in che modo vorranno agire con chi è in debito.
Per quanto riguarda la possibilità della tregua fiscale, tutto resta in mano ai Comuni. Questo è quanto emerge dalle ultime notizie, secondo le quali saranno proprio le amministrazioni comunali a dover decidere se siglare la tregua con i propri cittadini – scegliendo ad esempio la modalità dello stralcio della cartella oppure della rottamazione – oppure rinunciarvi.
Le tempistiche per farlo sono abbastanza strette, in quanto i Comuni hanno tempo fino al 29 luglio per ufficializzare la propria decisione e decidere se sposare la tregua fiscale oppure no. Ma quali sono i pagamenti che rientrano nella tregua? Vediamo insieme cosa è stato previsto dalla legge.
Tregua fiscale: stralcio e rottamazione
Come precisato dall’Ifel – Istituto per la finanza e l’economia locale che fa riferimento all’Anci – potranno rientrare nella tregua fiscale scelta dai Comuni anche qui bollettini emessi da società in house, come ad esempio la Tari.
Non solo, la tregua fiscale – che come detto può essere avviata attraverso la rottamazione oppure attraverso lo stralcio della cartella – può essere anche parziale, ad esempio limitando lo stralcio a interessi e sanzioni.
Quello che va specificato è che i Comuni hanno carta bianca sulle modalità attraverso cui attuate la tregua fiscale. Potranno scegliere, ad esempio, il numero di rate con cui i contribuenti potranno saldare il proprio debito, le scadenze per le comunicazioni e per i pagamenti, la via dello stralcio (anche parziale) oppure della rottamazione.
Ciascun contribuente, quindi, in base al proprio Comune di residenza, potrà beneficiare di modalità differenti