Sciopero generale: proteste e mobilitazioni fino al 16, cosa sapere
Si prospettano giorni segnati da disagi in più settori per lo sciopero generale Cgil e Uil contro la nuova Manovra 2023 del Governo Meloni.
Hanno già avuto inizio le mobilitazioni dei cittadini italiani, nate come reazione alla Manovra 2023 del governo Meloni e che ha portato Cgil e Uil a proclamare diversi scioperi generali regionali.
La settimana di scioperi avrà termine venerdì 16 dicembre, giornata in cui toccherà ai lavoratori delle seguenti regioni: Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Provincia di Bolzano, Campania, Liguria, Toscana, Basilicata, Lombardia, Molise, Lazio e Sardegna.
Lo sciopero indetto dai sindacati interessa i lavoratori di molti settori, dal trasporto pubblico, alla scuola, fino al settore del commercio e della sanità, per dirne alcuni.
Sciopero generale fino al 16, info
I lavoratori di Umbria e Sicilia hanno oggi incrociato le braccia, dopo che ieri è stata la Calabria a vivere la giornata di sciopero. Nei prossimi giorni toccherà invece a Trento e Valle d’Aosta poi Veneto, Puglia, Marche, Piemonte e Abruzzo. contro la proposta di legge di bilancio per il 2023.
Utile per comprendere i motivi profondi della rabbia dei lavoratori che hanno abbracciato immediatamente l’idea dello sciopero generale, le ultime dichiarazioni di Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte. Nella regione lo sciopero avrà luogo durante la giornata del 15 dicembre, sempre perché Uil e Cgil si sono schierati fermamente contro la proposta di legge di bilancio per il 2023.
A proposito del vicino sciopero, Gianni Cortese è intervenuto, precisando come il governo sembri non considerare realmente cambiamenti che abbraccino il bene dei lavoratori nel Paese, ora in una situazione in cui manca tutela e non è loro garantito un reale benessere:
Da quando lo abbiamo dichiarato la protesta è cresciuta, interi comparti hanno scelto otto ore per i colpi inferti da questa legge. Siamo consapevoli che è l’inizio di una mobilitazione, lavoratori e pensionati aspettano il diritto a essere risarciti, ad avere aumenti salariali che invocano addirittura anche gli imprenditori. Il nuovo governo prosegue la politica di Draghi senza rispettare le sue promesse. Deve finire l’idea che noi che rappresentiamo lavoratori e pensionati parliamo e il governo fa quello che vuole. Ci aspettiamo che anche la Cisl abbia attraverso la nostra mobilitazione il tempo di raggiungerci.