Reddito di cittadinanza sotto accusa: non è in linea con le misure UE

16/02/2023

Secondo quanto stabilito dalla Commissione europea nelle ultime ore l’Italia sarebbe sotto accusa per alcuni requisiti del Reddito di cittadinanza che non sarebbero in linea con il diritto dell’Ue. Infatti il requisito di residenza per dieci anni nel Paese sarebbe “discriminatorio” verso i lavoratori Ue e coloro che godono di protezione internazionale.

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Nelle ultime ore il reddito di cittadinanza è finito al centro dell’attenzione a causa di una procedura di infrazione europea, assieme all’assegno unico e universale per i figli a carico. Secondo l’Ue tali sussidi sarebbero discriminatori poiché prevedono la residenza in Italia da almeno due anni; è quanto ha affermato l’esecutivo europeo.

Intanto la ministra del Lavoro, Marina Calderone, si augura che sul Reddito di cittadinanza siano presto introdotte nuove verifiche preventive:

È importante che non venga negato il sussidio a chi ne ha veramente bisogno – ha detto – ma che ci siano gli strumenti per negarlo a chi lo usa in modo improprio.

Invece il presidente dell’Inps Pasquale Tridico sottolinea che le opportune verifiche sono servite a evitare il pagamento di prestazioni per circa 11 miliardi dal 2019, anno in cui ha preso piede il sussidio:

Dove è possibile un controllo ex ante evita una corresponsione impropria e non ci obbliga a un recupero successivo.

Assegno unico e Reddito di cittadinanza al centro delle accuse mosse dall’UE: sono discriminatori

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La viceministra al Lavoro Maria Teresa Bellucci, fa sapere che il reddito di cittadinanza dato le ultime segnalazioni Ue sarà riformato ma senza

cancellare le materie che tratta, ma riformandone la gestione. Inseriremo una misura che dia dignità [con ndr] un trasferimento economico. Inseriremo una reale misura di politiche attive, che possa rimettere al centro il diritto-dovere di ogni italiano di lavorare e di contribuire così alla propria crescita e a quella della propria nazione.

Secondo la procedura Ue, il requisito della residenza di dieci anni è una discriminazione indiretta in quanto è più probabile che i cittadini non italiani non soddisfino questo criterio, sostiene la Commissione. Inoltre, il regime italiano di reddito minimo discrimina direttamente i beneficiari di protezione internazionale.

Bruxelles ha inviato a Roma una lettera di costituzione in mora, e il nostro paese ha ora due mesi per rispondere.