Quota 103: per chi non sceglie, previsto il Bonus Maroni

Dopo la notizia della proroga della Quota 103 per l’anno corrente, c’è comunque chi opta per rimanere a lavoro “nonostante” abbia tutti i requisiti per la pensione anticipata e il Governo ha dunque pensato di destinare loro un altro bonus, appunto il Bonus Maroni.

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Tra le misure introdotte con la Legge di Bilancio 2023, anche il cosiddetto Bonus Maroni che il Parlamento ha deciso di “affiancare” alla Quota 103, cioè la misura che prevede la pensione anticipata per alcuni lavoratori.

Nello specifico coloro che dimostrino di aver versato 41 anni di contributi e che abbiano compiuto 62 di età, possono richiedere  Quota 103 presentando domanda all’INPS, accedendo con credenziali SPID, CIE o CNS. Per chi invece non volesse intraprendere la strada telematica, possono essere usati i servizi dei patronati o il contact center dell’Istituto.

C’è però anche chi, per quanto abbia tutti i requisiti necessari, decide di rimanere a lavoro e non richiedere di andare in pensione anticipata. Per chi prenda questa scelta allora, il Parlamento ha pensato a un contributo chiamato Bonus Maroni.

Il Bonus Maroni prende il nome da un provvedimento in realtà “già esistito” e che risale al 2004, rimasto in vigore fino al 2007; era stato introdotto dall’allora dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, appunto Roberto Maroni.

Bonus Maroni: cos’è, come funziona

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Il bonus Maroni è un contributo destinato a coloro che potrebbero andare in pensione anticipata ma decidono di non farlo. Quindi coloro che siano arrivati a maturare i requisiti di accesso a Quota 103 ma non “approfittano” del trattamento pensionistico anticipato prorogato per tutto il 2023, possono invece accedere al bonus Maroni.

Il bonus Maroni è un incentivo statale che in pratica permette di ricevere uno stipendio più alto nell’immediato  L’aumento dello stipendio netto avviene per mezzo di una contribuzione pari al 9,19% nel 2023, percentuale che aumenterà ancora nel 2024.

C’è però da precisare che chi beneficerà del bonus Maroni riceverà effettivamente una retribuzione maggiore nell’oggi ma quando andrà in pensione, la somma prevista si abbasserà.

Ciò accade perché il quantitativo economico che dovrebbe essere versato all’INPS come contributo pensionistico viene invece ricevuto nella busta paga e dunque non è più “accumulato” per la pensione futura.