Iran, atleta gareggiò senza velo: ha perso la casa
Sicuramente molti ricorderanno l’atleta iraniana che aveva coraggiosamente scelto di gareggiare senza velo durante i Campionati di Seul. Una scelta che ovviamente ha avuto delle conseguenze gravi una volta tornata in patria: secondo quello che trapela da alcune fonti, la sua casa sarebbe stata distrutta.
La sua storia e il suo coraggio avevano colpito tutti durante i Campionati di Seul, dove l’atleta iraniana Elnaz Rekabi, aveva deciso di gareggiare senza indossare il velo, come gesto di protesta e di libertà nei confronti del governo locale, sempre più oppressivo nei confronti delle donne che vivono nel paese.
La scalatrice iraniana, proprio in occasione dei Campionati organizzati dalla Federazione internazionale di arrampicata sportiva, aveva scelto di essere dalla parte delle donne dell’Iran dopo l’omicidio di Mahsa Amini, accusata di aver portato il velo nel modo sbagliato. Il suo esempio, però, ha portato delle conseguenze gravi una volta tornata in patria. Secondo quanto riportano alcune fonti, la casa di Elnaz Rekabi sarebbe stata completamente distrutta.
Iran: distrutta la casa di Elnaz Rekabi
Come riporta anche la Cnn, e come è stato rivelato dall’organo di informazione Iran-Wire, nelle ultime ore ci sarebbe stata la demolizione dell’abitazione di Elnaz Rekabi. Secondo quanto riportano le fonti locali, il gesto sarebbe stato una “punizione” nei confronti dell’atleta iraniana, che ha osato sfidare il governo con una protesta che è stata vista in tutto il mondo. Dietro la decisione di abbattere la casa ci sarebbero quindi i funzionari governativi, che hanno dato il via all’operazione.
La notizia arriva dopo le indiscrezioni, circolate nei giorni scorsi, secondo cui il governo iraniano avrebbe minacciato anche i calciatori della Nazionale che stavano giocando i Mondiali in Qatar. Obbligo di cantare l’inno e divieto di qualsiasi forma di protesta, altrimenti ci sarebbero state ripercussioni e torture alle loro famiglie che ovviamente si trovano in Iran.
Una situazione di tensione crescente, che lega ancora una volta politica e sport.