INPS: pensioni a 62 anni anche nel 2024, probabile la proroga

La Quota 103, introdotta in via sperimentale nel 2023, potrebbe essere ufficialmente confermata anche nel 2024. Vediamo quale forma prende tale trattamento pensionistico e se potrà effettivamente essere confermato anche per il prossimo anno.

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La forma di pensione anticipata conosciuta come “Quota 103” permette agli aventi diritto di accedere alla pensione a 62 anni. Ciò accade solo nel caso in cui coloro che abbiano compiuto 62 anni di età, e  abbiano anche versato 41 anni di contributi. 

Il trattamento pensionistico INPS permette di andare in pensione a 62 anni anche nel 2024, in quanto è probabile una proroga. 

La “Quota 103” è stata introdotta in via sperimentale come misura contenuta nella legge di bilancio 2023 – L.197/2022. È l’art.1 c.283-285 a definire questa nuova forma di pensione “anticipata flessibile”, che nonostante dovesse essere circoscritta al 2023, potrebbe essere accessibile anche per il prossimo anno.

Quota 103 anche nel 2024?

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La Quota 103, trattamento pensionistico anticipato che permette di conseguire il diritto alla pensione anticipata a coloro che abbiano almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 41 anni, potrebbe continuare anche nel 2024.

Per la conferma ufficiale è ancora necessario attendere ma da ciò che si è mosso negli ultimi giorni, sembra che la Quota 103 potrebbe essere prolungata anche a tutto il 2024.

La conferma comunque dovrebbe giungere a breve, in quanto a settembre 2023 il governo dovrà avere deciso quali risorse destinare alla riforma delle pensioni, con il fine di indicarle nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), nonché il principale dossier di programmazione finanziaria dello Stato.

La Quota 103, che ha il vantaggio di consentire l’accesso alla pensione già all’età di 62 anni, sarà discussa durante il “primo round” di confronto tra governo e sindacati sulle pensioni, fissato per il prossimo lunedì 26 giugno. Il tema centrale sarà quello degli anticipi pensionistici, e in generale si tratterà anche della cosiddetta “copertura previdenziale” dei giovani.

Il tavolo con i sindacati prenderà vita dopo ben quattro mesi di pausa: è infatti da febbraio che tutto è fermo, nonostante le sollecitazioni da parte dei sindacati (Cgil, Cisl e Uil). Il confronto del 26 giugno, tra le altre importanti decisioni, potrà quindi dare una risposta ben più definita sulla probabile proroga della quota 103, il trattamento pensionistico anticipato per coloro che a 62 anni compiuti, abbiano versato anche 41 anni di contributi.