Il fotovoltaico residenziale gratis? Sì, con il reddito energetico
Non tutti ne sono a conoscenza ma esiste un incentivo statale che permette a determinate famiglie e condomini di installare impianti fotovoltaici e di accumulo a costo zero. Si tratta del cosiddetto reddito energetico, ideato per sostenere le famiglie e indirizzare i cittadini verso le rinnovabili.
Tra i bonus resi disponibili nel 2023 si trovano molte agevolazioni che riguardano le energie rinnovabili e danno la possibilità si più di cambiare abitudini, così da spronare la “transizione ecologica” e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Tra i suddetti incentivi e aiuti, esiste il reddito energetico, misura che attinge ai fondi pubblici stanziati dal governo e permette di installare impianti fotovoltaici gratuitamente; vediamone i dettagli.
Reddito energetico: cos’è e a chi è rivolto
Il reddito energetico è uno strumento introdotto per sostenere economicamente alcune famiglie nel caso esse vogliano installare pannelli solari domestici a costo zero.
Alcuni punti della misura variano di regione in regione, ma il denominatore comune è che ogni spesa relativa all’impianto fotovoltaico sia completamente coperta: dall’acquisto, all’installazione, alla connessione, fino alla manutenzione e all’assicurazione.
Nello specifico, il reddito energetico è un incentivo a fondo perduto rivolto ai cittadini con un basso reddito, così da permettere loro la partecipazione diretta alla transizione verso un futuro sostenibile.
Non solo, ma l’incentivo riduce la povertà energetica producendo energia pulita; ciò è appunto possibile grazie all’istallazione impianti di impianti fotovoltaici, o simili (come i solari termici e microeolici), che però, per beneficiare del contributo, non devono essere inferiori a 1,8 kW e devono produrre almeno 1.200 kWh. Inoltre, il beneficiario deve anche garantire che gli impianti da istallare abbiano una durata minima, così da garantire una produzione di energia pulita duratura.
È possibile usufruire del reddito energetico anche per sistemi di accumulo di energia elettrica, ma per il momento il contributo non è ancora diffuso in tutta Italia. Oggi la misura è stata resa disponibile e si può richiedere in sole tre regioni:
- Sardegna
- Lazio
- Puglia
Il contributo varia di regione in regione perché basato su una convenzione stipulata tra il beneficiario e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e la regione di appartenenza, perché l’energia prodotta possa essere immessa nella rete elettrica.
In questo modo i cittadini che beneficiano del reddito energetico possono anche ottenere un credito sull’energia prodotta ma rimasta inutilizzata.