Dialetto veneto a scuola: l’ultima proposta della Lega
Che le lingue siano importanti è ormai un dato di fatto ed è per questo che a scuola si fa sempre più attenzione allo studio dell’inglese e delle lingue straniere. E il dialetto? Ecco l’ultima proposta della Lega per le scuole venete: inserire nella didattica, oltre all’italiano, anche il dialetto locale. Un’idea che sta facendo molto discutere.
Dialetto veneto nelle scuole, è questa la proposta di legge presentata da 18 deputati della Lega, tra cui il sottosegretario allo sviluppo economico, Massimo Bitonci, che è il primo firmatario di questa idea. Oltre a voler includere il dialetto veneto tra le minoranze linguistiche tutelate dalla Costituzione (art. 6), c’è stato un punto molto controverso.
Secondo quanto si riporta nel disegno di legge presentato dalla Lega, si vuole “prevedere l’insegnamento delle lingue regionali nelle scuole di ogni ordine e grado, con particolare attenzione alla scuola materna”. La lingua minoritaria – ovvero il dialetto veneto – dovrebbe diventare anche la lingua di alcune trasmissioni televisive e radiofoniche. Un’idea che, ovviamente, ha suscitato subito reazioni dure e contrarie.
Dialetto nelle scuole: le reazioni
Nel caso in cui questo disegno di legge dovesse essere approvato, la Regione Veneto dovrà adeguarsi siglando un “protocollo d’intesa” con il Ministero dell’Istruzione per introdurre questa novità all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Forte la reazione da parte del PD, che in una nota firmata dalla capogruppo del partito Irene Manzi, ha scritto:
E’ risibile la proposta di legge della Lega per introdurre lezioni di dialetto veneto nelle scuole dell’obbligo della Regione. Sarebbero altri gli interventi di cui la scuola ha bisogno. La Lega pensa di recuperare il consenso in Veneto con queste proposte strampalate? Intendo l’autonomia differenziata in questo modo? L’istruzione ha bisogno di investimenti e prospettive e non certo di folklore ad uso e consumo del proprio elettorato.
Rispetto alla proposta dei deputati della Lega, il partito di maggioranza Fratelli d’Italia – attraverso il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli – ha preso le distanze. Sembra evidente, infatti, che il disegno di legge presentato sia una mossa elettorale per cercare di recuperare voti in una zona – quella del Veneto – in cui la Lega nelle ultime elezioni è stata più che doppiata dal partito di Giorgia Meloni.