Crollo Ponte Morandi: trovati 900 chili di droga nascosti
Il Viadotto Polcevera, noto anche come ponte Morandi o ponte delle Condotte, crollò il 4 agosto 2018, causando la morte di 43 persone. Oggi, a distanza di quattro anni dai terribili fatti, le indagini portano alla luce il coinvolgimento di un clan di ‘ndrangheta nella tragedia.
A quattro anni di distanza dalla terribile tragedia del crollo del ponte Morandi, le indagini portano alla luce nuovi dettagli sui fatti avvenuti. Francesco Benito Palaia, ritenuto affiliato al clan di ‘ndrangheta Bellocco di Rosarno e in carcere dal 13 dicembre, è stato intercettato mentre parlava al telefono con un suo uomo di fiducia, Rosario Caminiti.
Allora, quando è crollato il ponte Morandi, se tu vai al primo video, è caduto un furgone. È un euro cargo giallo, lo vedi benissimo perché è giallo, con una cella frigorifera.
secondo quanto afferma Palaia nella tragedia di Genova sarebbe coinvolto anche un camion pieno di hashish, precisamente 900 chili di stupefacenti. Una quantità che deve essere assolutamente recuperata:
Hanno detto che l’avevano confiscato ma ora lo hanno spostato da Latina a Frosinone e c’è la possibilità di andarlo a prendere. Ci vuole un carrellone e lo porto direttamente in Calabria.
Crollo del ponte Morandi: una chiamata intercettata dimostra il coinvolgimento mafioso
La dichiarazione di Palaia circa questi 900 kg di droga proviene da un’intercettazione ambientale del marzo 2020 dei carabinieri del Ros nell’ambito di un’indagine antimafia di Reggio Calabria che ha portato all’arresto di 48 persone. Il gip Vincenza Bellini a riguardo ha spiegato:
Nel discutere dei futuri traffici di stupefacente Palaia faceva riferimento a un cargo frigo imbottito di hashish e rimasto coinvolto nel triste evento del crollo del ponte Morandi. Una partita destinata a dei malavitosi campani.
In un’intercettazione Palaia spiega che i clan di Secondigliano e Scampia gli avevano proposto di recuperare il carico, offrendogli in cambio il 50% della sostanza stupefacente. Palaia era stato scelto per questa operazione, per via della sua esperienza nel settore del recupero dei rottami.
Avrebbe potuto individuare e trasportare la carcassa del mezzo in Calabria. Ora sto aspettando solo la telefonata per dirmi quando si deve ritirare.
Ora però l’uomo è in carcere.