Mia, nuova misura di sussidio: esclusi, regole e ipotesi
Presto entrerà in vigora la Misura per l’inclusione attiva, il nuovo sussidio pensato dal governo Meloni per sostituire il Reddito di Cittadinanza e fornire un supporto alle persone in difficoltà economica. Secondo le prime ipotesi, alcuni beneficiari del Rdc potrebbero restare esclusi: cosa succederà con l’introduzione di Mia? Vediamolo insieme.
Con la cancellazione – o sarebbe meglio dire con il superamento – del Reddito di Cittadinanza, il governo Meloni approverà l’entrata in vigore della Misura per l’inclusione attiva, un sussidio che potrà essere richiesto dalle fasce della popolazione che vivono in maggiori difficoltà economiche, in attesa di poter essere reintegrati attivamente nel lavoro.
Chi verrà escluso da Mia? Con l’introduzione della nuova misura cambiano le regole e la platea dei beneficiari potrebbe ridursi. In particolare, il governo ha intenzione di favorire le famiglie numerose, che hanno figli a carico, e gli over 60. Al contrario, i single in grado di lavorare dovranno fare i conti con minori possibilità di ricevere il sussidio.
Mia: ecco i primi esclusi
Da un’analisi effettuata sui percettori del Reddito di Cittadinanza si evince che ci sono circa 404mila persone che sono ritenute in grado di lavorare. L’obiettivo del governo Meloni, quindi, è quello di facilitare il reinserimento nel mondo del lavoro: gli appartenenti a questa categoria, anche qualora richiedano di poter ricevere Mia, dovranno obbligatoriamente firmare il Patto di attivazione digitale.
A questo punto, tramite i contatti con il Centro per l’impiego più vicino e cercando di avvicinare domanda e offerta, si cercherà di garantire l’occupabilità delle figure che, pur richiedendo la misura di sussidio, possono effettivamente lavorare e quindi garantire autonomamente la propria indipendenza.
Cambiano anche i requisiti di reddito Isee richiesti per poter accedere a Mia. Il contributo sarà riconosciuto solo a coloro che hanno un reddito non superiore ai 7.200 euro (al contrario degli attuali 9.360 euro). In generale l’assegno – che avrà un importo massimo pari a 500 euro – sarà garantito a quelle famiglie dove è presente almeno una persona non occupabile (minorenne, anziano o disabile).