Istat, occupazione in crescita in Italia: dati incoraggianti
Secondo l’ultima analisi condotta dall’Istat, i dati di ottobre sullo stato occupazionale in Italia risultano essere molto incoraggianti. Si tratta di un risultato che non veniva raggiunto dal 1977; positivo anche il confronto con quello che accadeva nel 2021, con la soglia di occupati che è numericamente aumentata.
Continua la situazione incoraggiante e positiva per quello che riguarda l’occupazione in Italia. Secondo quanto riportato dalle ultime analisi condotte dall’Istat, come era già stato registrato a settembre, si sta verificando un aumento considerevole del tasso di occupazione in Italia, con un trend che segna una crescita praticamente costante e in linea con quanto segnalato già ad inizio autunno.
In particolare, prendendo in considerazione quello che è accaduto durante il mese di ottobre 2022, il tasso di occupazione è salito al 60,5%: un risultato che può essere ritenuto da “record”, visto che questa soglia non veniva toccata dal 1977. In aumento, ovviamente, anche rispetto al mese di settembre, con un +0,4% (che corrisponde ad un numero di circa 82mila occupati in più) fatto registrare a ottobre.
Occupazione: dati in crescita
Facendo un confronto con ottobre 2021, i dati acquisiscono ancora maggiore importanza. Rispetto allo scorso anno, infatti, le persone che hanno trovato lavoro – e che quindi ora figurano nella categoria degli occupati – sono 496mila. Secondo un’analisi su quello che sta accadendo nel mondo del lavoro in Italia, l’aumento del numero degli occupati sarebbe legato, in particolar modo, all’aumento dei dipendenti permanenti.
Analizzando gli altri dati sul settore riportati da Istat, si è verificato una diminuzione del numero di persone che cercano attivamente lavoro (-0,4% rispetto a settembre e -14% rispetto ad ottobre 2021). Se invece si effettua un confronto tra la situazione nel trimestre agosto-ottobre 2022 e quella nel trimestre precedente, ovvero maggio-luglio 2022, i dati segnalano una sostanziale stabilità, insieme al calo delle persone impegnate nella ricerca del lavoro e ad una lieve crescita della popolazione inattiva (+0,1%).