Bonus barriere architettoniche: novità, cessione del credito, lavori avanzati
Con lo stop alla cessione dei crediti decretata dal governo Meloni cambiano le modalità di utilizzo dei bonus edilizi, tra cui il bonus barriere architettoniche. Per coloro che hanno già intrapreso i primi step per poter accedere all’agevolazione, cosa cambia da ora in poi? Vediamo le novità per il bonus barriere e le eccezioni dei lavori già avanzati.
Cambiano le modalità con cui ricevere le detrazioni per i bonus edilizi. Il governo Meloni, infatti, ha dato lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura – in precedenza utilizzate per le agevolazioni in materia di ristrutturazione e riqualificazione degli immobili – avviando un periodo di transizione nel quale dovrà essere stabilito un nuovo metodo per poter usufruire delle detrazioni.
Ci sono alcune eccezioni per le quali – anche dopo lo stop del governo – si potrà continuare ad utilizzare la cessione dei crediti oppure la modalità dello sconto in fattura: stiamo parlando di chi ha richiesto il bonus barriere architettoniche e ha già presentato la Cila entro il 16 febbraio, oppure chi ha richiesto l’agevolazione e può dimostrare di aver già pagato alcune fatture per i lavori di ristrutturazione dell’immobile.
Bonus barriere architettoniche: cosa cambia
Il bonus barriere architettoniche consiste nella detrazione del 75% dell’imposta lorda per tutte le spese che sono state sostenute a partire dal primo gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2025. In particolare, vengono considerate come detraibili tutti gli interventi orientati alla rimozione o al superamento delle barriere architettoniche su immobili già esistenti.
Chi ha già inoltrato la domanda e ha già sostenuto le prime spese per i lavori previsti dal progetto può stare tranquillo, in quanto non cambia assolutamente nulla con l’ultimo decreto del governo Meloni. Per coloro che invece hanno inoltrato da poco la domanda o che stavano pensando di accedere alla detrazione bisognerà valutare quali saranno le soluzioni ipotizzate per far fronte alla cancellazione della possibilità di usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura.