Migranti: multe altissime per chi viola la legge
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deciso di rafforzare gli accordi bilaterali per i flussi e i rimpatri dei migranti, le stesse ong dovranno firmare un codice di condotta per poter entrare nelle acque italiane. Ecco cosa ha deciso il Ministero dell’Interno.
Il Ministero ha stabilito che le Ong per poter attraccare nei porti italiani dovranno dimostrare di aver soccorso imbarcazioni a rischio naufragio. Per tutti coloro che non rispetteranno questa nuova regola, subirà sanzioni amministrative dure, che potranno sfociare anche nel sequestro dei mezzi usati per l’attività di salvataggio.
Questo fa parte dello schema studiato dal governo per regolamentare l’attività delle organizzazioni non governative impegnate a largo. Sarà proprio il Ministro dell’Interno, nella giornata di martedì, a riferire quanto accaduto con la Francia, quest’ultimo confermerà di di voler
«gestire i flussi migratori agendo in due direzioni: gli accordi bilaterali con i Paesi d’origine dei migranti e il codice per le navi private»
Cosa aspettarsi dagli accordi bilaterali?
Ormai sono anni che le intese firmate dalla sede europea sulla ridistribuzione dei richiedenti asilo non sono mai state rispettate. Durante la visita della Commissione Europea al vertice dei ministri dell’Interno, che si terrà alla fine del mese, si chiederà maggiore impegno formale a sostenere tutti gli Stati dai quali i migranti partono. Lo scopo è quello di creare progetti di sviluppo, con il sostegno delle organizzazioni internazionali, ma anche di sostenerli economicamente , ma sono previste anche apparecchiature per il potenziamento dei controlli sulle frontiere interne della Libia.
Sembra però che non si sia alcuna speranza di andare oltre ad una semplice le dichiarazioni formali di impegno, ma sarà quasi impossibile raggiungere accordi di cooperazione sulla redistribuzione e ricollocazione degli stranieri.
Nuovo regolamento: rischi e pericoli per chi lo viola
Per tutti coloro che non rispetteranno il codice scatterà il divieto di entrare nelle acque territoriali, e in caso di violazione saranno previste anche sanzioni amministrative, sulla base della gravità dei comportamenti, fino al sequestro delle navi. Gli esperti giuridici non hanno previsto contestazioni penali, per il momento, ma la strada più veloce sembrerebbe essere quella di una regolamentazione che valga come impegno formale, ma che scatterà in automatico non appena non vengono rispettate le regole.