Patto digitale nelle scuole: smartphone vietati fino a 13 anni
L’idea è nata da una mamma, Anna Garavini, che ha deciso di fare un regalo “non convenzionale” a suo figlio, scegliendo un cellulare con il quale si può solo telefonare. Da qui, l’iniziativa di un patto digitale tra genitori e scuole nel milanese, volto a vietare l’utilizzo dello smartphone ai ragazzi prima della terza media.
L’utilizzo dello smartphone, soprattutto per i più giovani, può essere anche molto pericoloso visto il libero accesso a internet e ai social, che spesso creano traumi e disagi fin dalla più tenera età. Ecco perché una mamma, Anna Garavini, ha deciso di andare contro le regole, regalando a suo figlio un cellulare che ha solo le funzioni indispensabili: chiamata e sms.
Un’iniziativa che è stata promossa anche da un altro genitore, anche lui padre di un ragazzo di 11 anni, Stefano Boati. Da qui, è nato il “patto digitale” tra i genitori delle scuole Olmi e Rinnovata Pazzogni di Milano: una scelta consapevole, volta a tutelare la crescita dei ragazzi, proteggendoli dai pericoli della rete.
Smartphone vietati: i genitori si alleano
L’idea di firmare un patto digitale “collettivo”, che unisce la volontà di tutti i genitori, ha l’obiettivo di non far sentire soli i ragazzi, che quindi dovranno aspettare almeno fino ai 13 anni per avere il loro primo smartphone, ma almeno potranno confrontarsi quotidianamente con i coetanei che vivono la stessa situazione.
Niente Whatsapp per loro, né tantomeno Instagram e Tik Tok, i due social più utilizzati dai giovanissimi, almeno fino al raggiungimento della terza media. Un’esperienza simile è stata lanciata anche in Friuli Venezia Giulia e a Vimercate, con i “Patti Digitali” promossi dal centro di ricerca “Benessere digitale” dell’Università Bicocca. Dagli studi condotti insieme alle associazioni Mec, Aiart Milano e Sloworking è emersa la necessità di preservare i più piccoli, cercando di aspettare il momento giusto per consentire loro il libero accesso alla rete e ai social.