Caso Orlandi: le accuse del fratello Pietro al papa
A 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, il fratello Pietro Orlandi si sta ancora impegnando per fare chiarezza su questo complesso caso. Ieri ha avuto un’udienza durata oltre otto ore con il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi, ecco cos’è emerso.
E’ durato oltre otto ore l’incontro tra Pietro Orlandi e il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi. I due hanno discusso dell’inchiesta aperta alla fine del 2022 in Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Questo potrebbe essere finalmente un momento di svolta nelle indagini, come spiega lo stesso Diddi, che afferma:
io ho avuto mandato dal segretario di Stato e da papa Francesco di fare chiarezza al 100%, di indagare a 360 gradi e non fare sconti a nessuno, dalla base al vertice’, e quello per me già è una cosa positiva.
Pietro Orlandi ha fatto alcune dichiarazioni, facendo i nomi di alcuni dei più importanti esponenti della curia: quello del cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del Collegio cardinalizio, che 40 anni fa aveva la carica di sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, che ha dichiarato di non voler rilasciare interviste.
Pietro Orlandi e la sua legale chiedono di ascoltare alcune testimonianze dell’epoca: il card. Re, il card. Leonardo Sandri, il card. Stanislaw Dziwisz, segretario di Giovanni Paolo II, mons. Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI e l’ex comandante della Gendarmeria Domenico Giani. In particolare, ha lasciato senza parole una frase pronunciata da Pietro Orlandi:
Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…
Caso Orlandi: 40 anni dopo il fratello Pietro chiede chiarezza
Orlandi ha anche aggiunto altre accuse ai papi:
sono convinto che Giovanni Paolo II, Ratzinger e Francesco siano a conoscenza di quello che è avvenuto.
Pietro Orlandi ha consegnato al magistrato vaticano un audio in cui un uomo vicino alla banda della Magliana dichiara qualcosa di sconcertante:
Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario.
Orlandi ha così ribadito che crede che la sorella Emanuela Orlandi possa aver anche subito un abuso, e che quell’abuso sia stato organizzato. Accuse pesanti a cui la Chiesa per ora non risponde.