Pensioni, nuova normativa Inps: aumenti pensioni e limite di pignorabilità

Con due nuove circolari, l’Inps ha chiarito qual è il nuovo limiti di impignorabilità delle pensioni e ha fornito le informazioni necessarie per quanto riguarda gli aumenti delle pensioni per il triennio 2023-2025.

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L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha emanato due importanti circolari che riguardano le pensioni e i limiti di impignorabilità. In particolare, la circolare n.38 del 6 aprile 2023 introduce un nuovo limite di impignorabilità delle pensioni e disciplina gli aumenti delle pensioni per il triennio 2023-2025.

Il nuovo limite di impignorabilità delle pensioni

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Prima della nuova normativa, solo la parte eccedente il trattamento minimo di pensione poteva essere pignorata. Ora, invece, il nuovo limite di impignorabilità delle pensioni è pari al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, il quale ammonta a 503,27 euro. In questo modo, il nuovo “minimo vitale” per i pignoramenti su pensioni sarà di 1006,54 euro per 13 mensilità. Questa novità rappresenta una maggiore tutela per i pensionati che saranno maggiormente al riparo dalle eccessive trattenute sui loro trattamenti pensionistici.

Gli aumenti delle pensioni per il triennio 2023-2025

Sempre con la circolare n.38 del 6 aprile 2023, sono stati disciplinati gli aumenti delle pensioni per il triennio 2023-2025. Gli importi delle pensioni aumenteranno del 1,5% per tutti e del 6,4% per i soggetti di età pari o superiore a settantacinque anni nel 2023. Nel 2024, invece, gli importi aumenteranno del 2,7% senza distinzione di età. L’incremento sarà in vigore dal 1° gennaio 2023 fino a dicembre 2024 e verrà corrisposto con la stessa cadenza di pagamento della pensione e sarà soggetto a tassazione. I pensionati che erano già titolari di pensione al 1° gennaio 2023 riceveranno anche gli arretrati spettanti.

Come verranno trattate le pensioni già in corso

Per le pensioni già in corso al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, gli importi trattenuti in eccedenza rispetto ai nuovi limiti saranno oggetto di rimodulazione o azzeramento a partire dal rateo di pensione di ottobre 2022. Gli importi accantonati fino al rateo di pensione di settembre 2022 rimarranno invece accantonati in attesa della notifica dell’ordinanza di assegnazione e delle istruzioni in essa contenute. Il rimborso delle trattenute non in linea con la nuova soglia sarà effettuato dall’INPS d’ufficio senza che il pensionato debba presentare alcuna domanda.