Tari 2023, novità ed esenzioni: ecco quando non si deve pagare
Cambiano le disposizioni per quello che riguarda il pagamento della TARI, la tassa obbligatoria che deve essere versata per i rifiuti. Secondo quanto stabilito dalle nuove norme, ci sono delle modifiche per quello che riguarda le esenzioni: quando è possibile evitare il pagamento della TARI? Vediamolo insieme.
Cosa cambia nel pagamento della TARI? Secondo quanto previsto dalle nuove disposizioni in materia, ci sono delle novità che bisogna tenere in considerazione, in particolar modo se si sta pensando alle esenzioni o alla possibilità di avere una riduzione sulla tassa obbligatoria sui rifiuti. I contribuenti, però, devono mettere da parte le speranze: le disposizioni sono state modificate, ma sono ancora più stringenti per quello che riguarda la possibilità di esenzioni.
Quali sono i casi in cui si può essere esenti dal pagamento della TARI? Al momento, secondo quanto previsto dalla legge, ci sono solo due circostanze nelle quali i contribuenti possono richiedere l’esenzione.
TARI: quando richiedere l’esenzione
Si può chiedere l’esenzione della TARI nel caso in cui l’immobile sia in condizioni oggettive di “non utilizzo“. Ovviamente si tratta di un caso estremo, ma è stato previsto dalla legge per quelle situazioni in cui si possiede un immobile, ma è stato riconosciuto come “inabitabile” per una serie di fattori, che possono essere anche relativi alla concomitanza di lavori di ristrutturazione (in questo caso, chiaramente, l’esenzione è valida solo per il periodo in cui vengono effettivamente svolti i lavori).
Oltre al caso indicato, ce n’è anche un altro in cui si può richiedere – ed ottenere – l’esenzione dal pagamento della TARI. Stiamo parlando della situazione in cui si è in possesso di un locale in cui non ci sono utenze e servizi attivi (acqua, gas, energia), oltre a non essere arredato. Questa specifica è fondamentale perché indica che un locale, anche se sfitto, non ha diritto in maniera automatica all’esenzione della TARI.