Migranti: 18 cadaveri all’interno di un tir in Bulgaria
Una tragica notizia apre le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo questa mattina. In Bulgaria sono stati trovati i cadaveri di ben 18 migranti, erano all’interno di un tir che trasportava legname nel paese. A diffondere la notizia è il ministero degli interni di Sofia.
I corpi senza vita di 18 migranti sono stati trovati dentro un camion che trasportava legname in Bulgaria, vicino al villaggio di Lokorsko: a diffondere la triste notizia è stato il ministero degli Interni di Sofia, come riporta l’Afp. Il ministero attraverso un comunicato stampa fa sapere:
Secondo le prime informazioni, il camion trasportava illegalmente circa 40 migranti nascosti. Secondo quanto sappiamo finora, 18 di loro sono morti.
Secondo le informazioni di BNT, i migranti avrebbero dovuto passare sul camion dall’area del confine bulgaro-turco a Dragoman e all’area del confine con la Serbia, ma probabilmente a causarne la morte potrebbe essere stato o lo schiacciamento per via del legname presente a bordo o il soffocamento. I sopravvissuti, tra cui 5 bambini, sono stati condotti subito all’ospedale Pigorov ma ben 8 di loro sarebbero in condizioni critiche.
Migranti: mistero sui 18 cadaveri ritrovati in Bulgaria all’interno di un tir
Una notizia veramente tragica che sottolinea ancora una volta la gravità della situazione, che il governo finge di non vedere. Fa sapere il ministro della Sanità, Asen Medzhidiev:
Hanno sofferto di mancanza di ossigeno coloro che erano rinchiusi in questo camion. Erano gelati, bagnati, non mangiavano da diversi giorni.
I conducenti del tir sono immediatamente scappati e la polizia sta cercando di identificarli, sapendo solo che il tir ha targa bulgara, si legge ancora nella nota del ministero di Sofia. All’interno del camion c’erano ben 40 migranti di origine afghana, principalmente giovani uomini.
Attraverso la Bulgaria, molti migranti si dirigono nell’Unione dalla vicina Turchia specie se arrivano dal Medio Oriente e dall’Afghanistan. Da tempo Sofia sta cercando di rafforzare il confine per limitare questi fenomeni, con gli ingressi arrivati a livelli mai visti dal 2015. Diana Dimova, capo dell’organizzazione bulgara di aiuto ai rifugiati ‘Mission Wings’, fa sapere che:
Dall’inizio dello scorso anno abbiamo assistito a respingimenti brutali di persone.