Asilo nido, costi in aumento: mensa, iscrizione e materiali costeranno di più
Si preannuncia un aumento importante per i costi che le famiglie devono sostenere per l’asilo nido. Secondo una stima del Corriere della Sera, le rette aumenteranno nel prossimo biennio, e i genitori potranno accorgersene perché sono in crescita i costi di iscrizione, servizio di mensa e materiali per le attività dei più piccoli.
Tra i tanti rincari che ci sono stati nell’ultimo periodo – a partire da quello sulle bollette di luce e gas che ha messo in difficoltà tantissime famiglie italiane ma anche molte attività commerciali – se ne profila un altro all’orizzonte. Secondo quanto riportato da un’analisi pubblicata dal Corriere della Sera, anche le rette degli asili nido stanno aumentando.
Per quello che riguarda il prossimo biennio, e quindi prendendo in considerazione sia il 2023 che il 2024, ci si attende un aumento delle rette dell’asilo nido pari al +10%. Le famiglie si accorgeranno dell’impatto dei costi perché aumenteranno diverse spese legate alle attività quotidiane dei bambini.
Asilo nido: costi in crescita
Stando a quanto riportato, il motivo principale per cui si assisterà ad un aumento delle rette dell’asilo nido è legato al crescere dei costi per la mensa e per i materiali di utilizzo quotidiano. Nel dettaglio, andiamo a vedere di quanto aumenteranno i prezzi e qual è la variazione che le famiglie devono attendersi nel prossimo futuro.
Prendendo come riferimento le due principali città italiane – Milano e Roma – la quota di iscrizione per l’asilo nido aumenterà di circa l’8,07%. In termini di cifre, significa che, se prima si pagava 52 euro per l’iscrizione, ora ne verranno richiesti 56,20. Aumenta, di conseguenza, anche la rata mensile chiesta alle famiglie. In particolare, per la fascia di reddito più elevata (quella oltre i 30mila euro), si passerà da 456 euro a 502,30.
Stesso discorso per quanto riguarda la mensa, già aumentata in diverse strutture. Se si prendono in considerazione gli asili nido della zona di Milano, già nel 2022 si era registrato un rincaro, da 4,40 euro a 5,50.