Pagamenti con POS, cambia tutto: costi tagliati per tutti?
Il ministero dell’Economia ha iniziato a ragionare su come alleggerire le commissioni sui pagamenti elettronici per rispettare quanto prevede la nuova legge di bilancio; entro il 1° marzo il Governo potrebbe decidere di azzerare le commissioni.
Dei pagamenti con il POS si parla da tempo e le discussioni sono state diverse, tra chi ha criticato le intenzioni del Governo Meloni a chi ha invece abbracciato le proposte del nuovo Governo. Era stato il Governo Draghi a introdurre l’obbligo di fare pagare i clienti con il POS col fine di combattere l’evasione fiscale, poi il nuovo Governo aveva proposto l’introduzione di una norma che avrebbe permesso ai commercianti di rifiutare i pagamenti con il Pos se sotto i 60 euro.
Però la Commissione Europea ha bocciato le proposte italiane e dunque rimane l’obbligo di fare pagare i clienti con il POS anche per cifre sotto i 60 euro, così come sono ancora in vigore le sanzioni per chi dovesse rifiutare pagamenti con il POS, con multe che corrispondono a 30 euro più il 4% del valore della transazione rifiutata.
Mentre il Governo ragiona sul come rispettare le novità della legge di bilancio 2023, ci sono anche realtà che hanno scelto di muoversi da sole, come PagoBancomat che dal 2021 ha azzerato tutte le commissioni sotto i 5 euro, Nexi che ha appena attivato la promo micropagamenti che prevede, ogni mese, un rimborso per le commissioni fino a 10 euro. Anche Intesa Sanpaolo ha recentemente dato il via a CresciBusiness ovvero un’iniziativa condivisa con le principali associazioni dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi che per un anno include l’azzeramento delle commissioni sui micropagamenti tramite Pos in negozio (fino a 15 euro) e la gratuità per un anno del canone dei Pos e delle carte di credito commercial.
E sembra che ora anche il Governo stia valutando, prima di istituire ufficialmente il tavolo permanente tra le categorie interessate, di alleggerire commissioni e costi.
Transizioni più leggere? Le intenzioni del ministero dell’Economia
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio approvata dal Parlamento alla fine del 2022, (quindi entro il 1° marzo 2023) sarà necessario avere adottato un decreto per istituire un tavolo permanente tra aziende che offrono servizi e prodotti per i pagamenti digitali. Questo avrà l’incarico “Valutare soluzioni per mitigare l’incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti attività di impresa, arti o professioni che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro”.
Il ministero dell’economia guidato da Giancarlo Giorgetti è dunque a lavoro per mettere a punto uno schema efficace ed ha avuto inizio un primo dialogo con gli operatori, ove si ragiona su un possibile azzeramento (ma in via sperimentale, e per 12 mesi) delle commissioni per i micropagamenti sotto i 10 euro e di una riduzione flessibile per quelli fino a 30 euro; per ora comunque rimane solo un’ipotesi su cui il Governo sta ragionando prima di istituire ufficialmente del tavolo.