Bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa: è polemica
Una proposta di legge, presentata dalla Lega, fa molto discutere. Si tratta di un bonus matrimonio, con una cifra che secondo alcune indiscrezioni potrebbe arrivare a qualche migliaio di euro, per coloro che scelgono di sposarsi, ma solo se in chiesa. Una proposta che ha già fatto molto discutere, e che ha spinto l’esecutivo ad intervenire subito.
Fa molto discutere una proposta di legge presentata da un deputato della Lega. Seguendo il percorso già intrapreso dall’esecutivo, che sta cercando di mettere a punto diverse misure che possano andare a supporto delle famiglie italiane, cercando di prevedere bonus ed incentivi che sostengano le spese crescenti, potrebbe essere previsto presto un bonus matrimonio.
Il problema è che la proposta della Lega prevede un incentivo per tutti coloro che si sposano, ma solo se il matrimonio avverrà in chiesa. Una proposta che quindi è destinata a far discutere e che ha portato l’esecutivo a dover intervenire prontamente prima che potesse esplodere un dibattito su una questione che, come ha spiegato il ministro della Difesa Cosetto: “non fa parte della manovra”.
Bonus nozze: le reazioni
Il ministro della Difesa, poi, ha proseguito spiegando che l’idea di prevedere un bonus solo per coloro che si sposano in chiesa risponde semplicemente alla proposta fatta da un deputato, ma non è ambito su cui il governo si sta concentrando: “Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa, non è un tema che interessa ad uno stato laico”.
L’obiettivo del bonus proposto da Domenico Furgiuele – primo firmatario della proposta di legge – è quello dichiarato di cercare di incentivare i matrimoni, in calo negli ultimi anni in Italia. Per questo la misura prevede di poter recuperare il 20% delle spese effettuate, per il momento solo per le nozze in chiesa, ma non si esclude un allargamento: “Durante il dibattito parlamentare sarà ovviamente allargata a tutti i matrimoni”, ha specificato.
Critica l’opposizione, con Benedetto della Vedova di PiùEuropa che ha definito la proposta di legge come “una perla di analfabetismo costituzionale”.